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Un’inconsueta Roma

In questo anno sicuramente atipico, dopo angosce ed ansie dovute a questa terribile pandemia che credevo fosse un mostro che non avremmo mai conosciuto, mi ritrovo il 14 agosto qui in casa con un silenzio che ricorda quei mesi così strani e taciturni.

Sono una persona che non sopporta gli assembramenti (a prescindere dalla situazione attuale) per questo ogni anno, seguendo la teoria che in alcune località molto gettonate non si debba andare ad agosto, puntualmente non riesco ad andare al mare in quanto ahimè soltanto in questo periodo dell’anno riesco a ritagliarmi almeno una settimana consecutiva di vacanze.

Per questo motivo, generalmente a cavallo fra luglio ed agosto, con la mia famiglia scegliamo un Paese del nord Europa, prendiamo un aereo, affittiamo una macchina e diamo il via alla nostra vacanza itinerante possibilmente in luoghi freschi.

Il 2020 doveva essere l’anno delle campagne inglesi, Galles e Yorkshire, ovviamente tramutato in dieci giorni fra le mie amate montagne altoatesine.

Amo la montagna, mi rallegra vedermi circondata da vette altissime ed aguzze. Come un rituale mi piace indossare il mio maglioncino di cotone, i calzettoni e gli scarponi (che ogni anno mi segano i piedi) e quando son lì vi assicuro che il  mare non mi manca per niente anzi non invidio affatto la gente che, ammassata sulle spiagge, deve star sotto il sole cocente pur di prendere un po’ di abbronzatura.

Amanti del mare perdonatemi, so che può sembrare una blasfemia!

E quindi evviva la mia abbronzatura da muratore!

Unica controindicazione: non si deve pensare neanche lontanamente di varcare la soglia di una spiaggia perlomeno nei dieci giorni successivi al rientro a Roma in quanto, ovviamente, la pancia bianca color latte e le braccia per metà abbronzate di certo non vi faranno sentire a vostro agio.

Vi dirò di più, terminata la quarantena ho preso coscienza di non aver minimamente fatto caso alla forma fisica per questo ho amato ancor più la scelta della vacanza in montagna.

Generalmente , amante del cibo in maniera spasmodica e soprattutto del suo potere terapeutico, attraverso periodi nei quali accorgendomi del degrado fisico e di aver preso qualche chilo di troppo mi metto con tristezza a dieta e do il via al grigiore di giornate nelle quali devo cercare di pensare ad altro pur di non avvicinarmi al frigorifero ed addentare qualcosa.

Eccezion fatta per quest’anno, in quanto il lockdown ha messo a dura prova la mia stabilità emotiva (già traballante di suo) e mai e dico mai avrei potuto far a meno del gusto di cucinare e mangiare. A maggio, ormai a giochi fatti, in seguito ad un summit familiare ho pronunciato le seguenti parole:

“Io ve lo dico, quest’anno neanche un giorno di mare!”

Voi non ci crederete ma ad oggi, 14 agosto la mia richiesta è stata esaudita ma non griderò vittoria fino a fine mese.

Insomma tornando a noi, son tornata da Cortina D’Ampezzo due giorni fa ed il vento caldo ed i 36 gradi fan sì che io non riesca ad uscire di casa fin quando c’è luce.

Forse mi starò trasformando in un vampiro però, verso il tramonto, timorosa varco la soglia del mio portone e con piacere vado alla scoperta di nuovi scorci della mia amata città.

Confesso che ho sempre desiderato e desidero tuttora andare a vivere all’estero in quanto la mentalità italiana mi è sempre stata un po’ stretta eppure devo dire che negli ultimi mesi vedere la mia città così tanto vuota mi ha spinta ad osservarla meglio.

Una città imponente così deserta.

Per questo una sera, camminando per i vicoli dietro al Parlamento, ho pensato di realizzare un video su Roma, una Roma atipica che difficilmente rivedremo in questa veste o perlomeno me lo auguro di cuore.

Probabilmente una realtà un po’ triste per noi romani, piena di serrande chiuse e di piccole realtà imprenditoriali giunte al termine.

Non riesco a non pensarci.

Ogni mattina vado a far colazione al bar e generalmente vado a comprare le pizzette rosse per  mio figlio ormai adolescente che nel frattempo sta in camera sua e si rifiuta di accompagnarmi come ai vecchi tempi ( ci devo stare  il tempo passa!).

Ieri ho pensato di andare a comprare le pizzette in un piccolo alimentari a conduzione familiare che si trova a poche strade di distanza da casa mia proprio per aiutare, anche soltanto con un piccolo gesto, una realtà a mio avviso più bisognosa; trovare la serranda aperta a metà ed il negozio smantellato mi ha riempito il cuore di tristezza.

Penso a quanto sia fortunata ad aver attraversato la tormenta restando ancora in piedi, penso a quanto sia dura e lo sarà ancora e a quanto non dovrò mollare anche dopo notti insonni e lottando contro la diffamazione e la cattiveria altrui.

Ma devo farcela e ce la farò un  po’ come te, Roma mia.

Ilaria

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